Nelle
cassette della ricezione posta delle nostre case gira, a Marcallo, un
volantino della Lega Nord, doppia faccia. Da un lato, quello a
nome della sezione di Marcallo con Casone, in cui i “marcallesi
leghisti” prendono di mira la minoranza consiliare ed un giornale
locale, e dall'altro lato, a cura di Fabrizio Cecchetti ( Lega
Nord - vicecapogruppo Lega Nord al Pirellone ) un dettagliato elenco dei
“provvedimenti più importanti” dei primi 60 giorni della
giunta Maroni che, a suo dire, “ha già fatto molto”.
Ovviamente
non entreremo nella polemica tra la sezione leghista di Marcallo ed
il consigliere Mutti o il giornale “libera stampa l'Altomilanese”.
Comprendiamo benissimo che i leghisti marcallesi rigettano tutta
l'altra stampa che non sia quella sacra de “ La Gazzetta di
Marcallo con Casone “ dove, secondo il nostro modesto parere,
si possono leggere, invece, solo macroscopiche stronzate ( scusate
per il “macroscopiche” ) !
Tra
“ Parola di Sindaco” ,” l'angolo della Teresina”,
pagine pubblicitarie e, mediamente due intere pagine, dedicate alle pompe
funebri, non abbiamo MAI letto delle ruberie del rampollo di
Bossi, di quelle del tesoriere della Lega Nord , Belsito,
delle lauree albanesi ( quella del “trota” e quello
dell'amico di Rosi Mauro ) , dei diamanti ( con i soldi dei
contribuenti italiani), degli investimenti in Tanzania ( con i
soldi dei contribuenti italiani), oppure della Banca del Nord
miseramente fallita dopo aver depredato migliaia di famiglie. Non si
legge neppure di tutte quelle promesse ( stupidate irrealizzabili )
fatte ai lombardi in dieci anni di governo : ne avessero realizzata
una ! : federalismo, secessione, ministeri del nord, la padania,
insegnanti del nord, stipendi differenziati al nord, le ronde padane,
etc.. Un continuo prendere in giro i cittadini.
Ma
veniamo ai giorni d'oggi e leggendo quanto sottolineato da Fabrizio
Cecchetti nel volantino proposto ci viene da fare qualche ricerca
proprio sui punti evidenziati. Abbiamo raccolto ritagli da alcuni
giornali nazionali e da alcuni blog che riprendono le notizie. Le
trascriviamo così come sono stati pubblicati da altri, senza
aggiungere alcun commento, sempre verificabili e confrontabili.
Comprendiamo,
però, che forse se non fossero stati rubati soldi pubblici in
Regione si potevano avere i fondi necessari per le case ai giovani
ed agli anziani. Leggiamo che non è vero che la giunta
Maroni ha dimezzato i costi della politica regionale, ma che è
vero il contrario. Leggiamo che se l'attuale giunta ha mediato i
licenziamenti al San Raffaele è altrettanto vero che la
giunta precedente ( quella delle ruberie ) e molti imprenditori
vicino alla Lega Nord ne avevano provocato il crack.
Non
riusciamo proprio a capire come è possibile che si possa
perdonare questa gente, ma cosa devono fare ancora per perdere
definitivamente la fiducia dei cittadini ?
Buona
lettura .
1
- I 500mila euro che PdL e Lega devono restituire ai
lombardi
Inchiesta
chiusa e conti fatti. L’indagine sulle spese della Procura
regionale della Corte dei conti si chiude a tempi di record per i
primi sette consiglieri lombardi di Pdl e Lega Nord e intima loro di
restituire le somme (440mila euro in tutto) percepite indebitamente
dal 2008 al 2011.
I
CONSIGLIERI CHE DEVONO RESTITUIRE SOLDI - Questo
l’elenco dei primi sette consiglieri:
1° Rinaldin (Pdl) € 122.074,83 da restituire al Pirellone3° Galli (Lega ) € 62.628,82 euro di rimborsi
2° Colucci (Pdl) € 82.532,42
4° Fabrizio Cecchetti (Lega) € 59.147,47
5° Ruffunelli (Lega) € 53.332,97
6° Toscani (Lega) € 32.407,33
7° Minetti (Pdl) € 27.750,36
Commenta
il Corriere
della Sera:
All’ex capogruppo leghista Stefano Galli (62.628,82 euro di rimborsi), che di fatto si «autoliquidato» le spese e come tutti i capigruppo risponde in parte anche di quelle pagate ai consiglieri del suo partito, vengono contestate, tra l’altro, notti in albergo per 7.000 euro ma soprattutto i 6.180 euro fatti sborsare dalla Regione per il banchetto da 103 coperti del matrimonio di sua figlia. A Luciana Maria Ruffinelli (Lega, 53.332,97) viene chiesto di restituire i soldi tirati fuori dall’erario per un pc, un videoproiettore, un happy hour al bar, carta da regalo, salumi, musei, fiori, cristalleria, antiquariato, segheria-carpenteria, frutta e prodotti per serra. Fabrizio Cecchetti (Lega, 59.147,47) deve chiarire i fondi spesi per «un numero spropositato e poco comprensibile» di bollette telefoniche.
Pierluigi Toscani (Lega) dovrà spiegare perché per ottenere 32.407,33 euro abbia usato scontrini di caffè, piadine, panini, gratta e vinci, biglietti della lotteria, oltre che della spesa per casa (71,90 euro) e per uno degli «acquisti più stravaganti»: cartucce per fucile da caccia pagate 752 euro.
2 - La strana riduzione dello stipendio dei consiglieri lombardi
Di Maghdi Abo Abia - 17/05/2013 - La nuova Giunta sta studiando un taglio della retribuzione degli eletti in linea con quanto previsto dalla legge 213 voluta dal Governo Monti, tuttavia verrà contestualmente aumentata l'indennità, prevista a forfait e quindi libera dall'obbligo di giustificativi.
A
Milano
si
studia
un
modo per ridurre
lo
“stipendio”
aumentando
però
l’indennità.
LE
CIFRE - Come
spiega il Sole
24 Ore,
il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo ha dato il
via alla formazione di tavoli di lavoro che hanno portato ad una
proposta collegiale -con l’esclusione del MoVimento Cinque Stelle,
per riformare i costi della politica in Lombardia. Secondo la
proposta che verrà discussa nel prossimo giugno, lo stipendio
scende da 8.531 euro lordi a 6.600, sempre lordi, mentre l’indennità
di carica è
lievitata
da 2.341 euro a 4.500 -netti ed esentasse-
ai quali poi vanno
aggiunti 2700
lordi per chi può godere di un’indennità di funzione.
L’Fp
Cgil
spiega
che in caso di consigliere residente fuori milano, l’indennità
può arrivare anche a 6000 euro. Quindi possiamo parlare di un
“ritocchino”
al rialzo
della quota rimborsi. Che poi in realtà non possono essere
definiti così visto che non sono giustificati né da
fatture né da scontrini. Si tratta di un forfait e tanto
basta.
LE
DECISIONI DELLA CONFERENZA STATO – REGIONI - Insomma,
non si possono superare queste leggi. Non solo, la Conferenza
Stato-Regioni ha
stabilito che il massimo per i Presidenti delle Regioni e dei
Consigli regionali è di 13.800 euro lordi mensili, 11.100
lordi per i consiglieri regionali, 5.000 lordi ogni Consigliere
regionale a titolo di contributo per il finanziamento dei gruppi
consiliari.
La
Commissione Garavaglia, dal nome dell’assessore al Bilancio,
Massimo
Garavaglia, deputata
per raggiungere un accordo, è
riuscita a mantenere il livello della retribuzione sui 9000 euro al
mese per i consiglieri, discostandosi dalle intenzioni della legge
voluta dal Governo Monti.
Romanzo Regionale: dalla Minetti al Trota la storia dei rimborsi al Pirellone
Di Floriana Rullo - 21/12/2012 - I consiglieri indagati. Le spese illecite. Le cifre.
Quattro.
E’ questo il numero, che si conta sulle punta delle dita e con una
mano sola, dei consiglieri di maggioranza non indagati in Lombardia.
Già perché è più facile dire chi non
c’entra con lo scandalo dei presunti rimborsi illeciti fatti con
soldi pubblici e delle spese sospette che hanno investito il
Pirellone, che il contrario, visto che ci sono altri 37 indagati per
peculato nell’inchiesta condotta dalla procura di Milano sui
rimborsi regionali. Sono tutti consiglieri o ex consiglieri della
Regione dell’Eccellenza guidata da Formigoni che si vanno ad
aggiungere ai 22 che, nei giorni scorsi, avevano ricevuto un invito a
comparire davanti ai pubblici ministeri di Milano. Sessantadue in
tutto, su 80, anche se alcuni sono di passati consigli, tutti
esponenti di Pdl e Lega.
I
NOMI ECCELLENTI –
E
tra loro non mancano ovviamente nomi eccellenti: tra i destinatari
degli inviti ci sono Renzo
Bossi,
meglio
conosciuto come il Trota e
figlio ovviamente di Umberto e la leghista Rosi
Mauro,l’ex
pasionaria cacciata dal Carroccio. Proprio la Mauro fu eletta al
Pirellone nel 2005 e vi rimase fino al 2008 per poi ‘trasferirsi’
a Palazzo Madama.
IL
CONSIGLIERE GOLOSO - Il
consigliere regionale lombardo amante dei dolci Cesare
Bossetti,
avrebbe speso nel 2011 quasi 15 mila euro per comprare dolci in
pasticceria oltre che per fare colazioni con brioche e caffé.
E’ un risvolto dell’inchiesta della Procura di Milano sui
rimborsi ai gruppi regionali del Pirellone.
GRATTA
E VINCI E LECCA LECCA–
Con
i soldi dei rimborsi al gruppo consiliare della Lega
Nord,
il consigliere regionale lombardo Pierluigi
Toscani avrebbe
invece comprato, tra le altre cose, lecca
lecca e gratta e vinci.
Spese documentate dai finanzieri che hanno condotto le indagini
coordinate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo.
Ma
il migliore, per quel che scrive “il Fatto “,
è Stefano Galli:
Il capogruppo Stefano Galli, che nei rimborsi ha messo anche le spese del matrimonio della figlia Valeriana, ha il telefonino spento e quello di casa suona a vuoto. L’ammiccante voce femminile con cui Galli ha personalizzato la segreteria telefonica del cellulare comunica, tra sospiri e rumori gutturali, che “al momento il tuo amico è impegnato in una situazione molto toccante”. Per inciso: l’utenza è pagata dalla Regione.
Lega ladrona: l’operaio che rimedia una consulenza da 196mila euro
di Alessandro D'Amato - 15/02/2013 - ...casualmente, è il genero dell'ex capogruppo Galli
Roberto
Maroni l’ha detto chiaro e tondo: non accetterà che si
continui a diffamare il buon nome della Lega Nord per l’indipendenza
della Piadina. E infatti, quando il senatore leghista Torri ha
parlato della questione Orsi, Finmeccanica e Carroccio, non
ha detto nulla.
Oggi si scopre che il capogruppo alla Regione Stefano
Galli,
dopo aver per errore pagato il matrimonio della figlia con soldi
pubblici, ha
fatto avere una consulenza da 196mila euro al genero che ha la terza
media e di mestiere fa l’operaio.
Scrive
il Corriere:
Il gruppo consiliare della Lega Nord alla Regione Lombardia ha ritenuto di ricompensare con ben 196.600 euro lordi di soldi pubblici, affidandogli per 19 mesi una consulenza per la «valutazione dell’attività legislativa attinente i rapporti tra Regione ed enti locali con particolare attenzione alla provincia di Lecco a supporto dell’attività del consigliere Stefano Galli», che della Lega è appunto il capogruppo in Consiglio regionale.
La
storia è venuta fuori dopo quella del matrimonio della figlia:
Spulciando tra le spese del gruppo della Lega Nord, le Fiamme gialle si sono accorte che per 19 mesi, tra novembre 2009 e gennaio 2013, proprio Paroli, suo genero dal 2010, è stato consulente (da fine 2009 a 15 giorni fa) del capogruppo leghista Galli in Consiglio regionale. Per cosa? Per collaborare «nello svolgimento dell’attività del consigliere Stefano Galli del gruppo della Lega Nord Padania come richiesto dal presidente del gruppo medesimo» nella «valutazione dell’attività legislativa attinente i rapporti tra Regione ed enti locali, con particolare attenzione alla provincia di Lecco a supporto dell’attività del consigliere Stefano Galli». Compito titanico se affidato a chi ha la terza media, ma redditizio:meno di 20 ore al mese «senza vincolo di orario, di modalità di esecuzione e di luogo», stando ai contratti di collaborazione stipulati con il Consiglio regionale. E a volte con qualche premio «tenuto conto della qualità e quantità di lavoro» del consulente, somme deliberate sempre dal Consiglio regionale con i soldi dei cittadini: un «compenso aggiuntivo » di 12.600 euro «esclusivamente per il mese di febbraio 2010», e di 20 mila euro «solo per il mese di dicembre 2012».
E
oggi Maroni che dirà?
CONSIGLIO
REGIONALE
Fatta
la legge, trovato l'inganno. Così le indennità dei
consiglieri regionali lombardi, dopo gli annunci di riduzioni, dopo
l'intervento legislativo sui tagli, resterebbe invariato grazie a una
legge ad hoc che prevede aumenti.
Pirellone, gli aumenti compensano i tagli: lo stipendio non cambia. Fatta la legge, trovato l'inganno. Così le indennità dei consiglieri regionali lombardi, dopo gli annunci di riduzioni, dopo l'intervento legislativo sui tagli, resterebbe invariato invariato. Già perché a fronte di sforbiciate stanno per arrivare gli aumenti.
Da
una parte infatti si è intervenuti sulle indennità
degli 80 consiglieri e dall'altra si vanno a compensare i tagli
aumentando ad hoc i rimborsi spese, che potrebbero così
passare a 4500 euro netti al mese.
Questo
l'effetto di una proposta di legge ideata come risposta ai tagli
previsti dalla legge 213 del 2012 del Governo Monti, dopo i noti
casi alla Fiorito er Batman.
Qualora
fosse approvata la proposta di legge (targata Pd, Pdl, Lega)
elaborata da un gruppo di lavoro coordinato dall'assessore al
Bilancio, Massimo
Garavaglia, un
consigliere continuerà a prendere poco meno di 9000 euro al
mese.
La
nuova proposta di legge sui compensi in Regione di fatto è la
risposta locale al governo Monti, intervenuto per porre rimedio e
fissare dei limiti ai costi fuori controllo dei consiglieri
regionali.
In
base al testo della proposta bipartisan, ricusata dal M5S, le
indennità di carica dei consiglieri regionali saranno
effettivamente riviste e ridotte da 8500 (lorde) a 6600 (lorde) come
da decreto Monti. Tuttavia è prevista la possibilità
di un ritocco dei rimborsi spese per esercizio del mandato:
potrebbero passare dagli attuali 2800 circa ai probabili 4500 euro
netti a forfait, per chi risiede a Milano, mentre per i pendolari
delle province più disparate potrebbero superare ben oltre i
6000 euro ( per vitto, alloggio e trasporti).
Lunedì,
6 Maggio, 2013
3
- Crac
San Raffaele, la richiesta dei pm: cinque anni e sei mesi per Daccò
Una condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione. Tanto ha chiesto la procura di Milano nel giudizio con rito abbreviato che vede imputato Pierangelo Daccò, accusato di associazione a delinquere e bancarotta per il dissesto del San Raffaele. In carcere già da mesi, il lobbista della sanità, al centro anche dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri, è accusato di aver creato dei fondi neri attraverso una sovrafatturazione dei costi delle prestazioni fornite all’ospedale fondato da don Verzè.
Oltre alla condanna per Daccò, il pm di Milano Luigi Orsi ha chiesto una condanna a 3 anni per Andrea Bezzicheri, imprenditore.
Daccò e Bezzicheri sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a reati fiscali e bancarotta per una distrazione che, secondo le indagini condotte dalla Procura di Milano, si aggira attorno ai 47 mln di euro. Gli stessi reati sono stati contestati anche all’ex direttore amministrativo del San Raffaele, Mario Valsecchi,che ha patteggiato la pena a 2 anni e 10 mesi e agli imprenditori Pierino e Gianluca Zammarchi e Fernando Lora per i quali proprio ieri e’ iniziato il giudizio con rito ordinario.
Sanità inLombardia, indagato consigliere comunale leghista
Massimiliano Bastoni consigliere comunale milanese della Lega Nord è indagato, per un presunto giro di mazzette nella sanità lombarda. Gli inquirenti gli contestano il reato di finanziamento illecito ai partiti in relazione a un versamento di 10mila euro, ricevuti da Bastoni, attraverso la mediazione di Ferdinando Azzarello, anche lui indagato, ma per corruzione.
Una nuova indagine sul Carroccio milanese quindi dopo i casi dell’ex presidente del consiglio regionale lombardo Davide Boni, del tesoriere Francesco Belsito e dei fondi del rimborso pubblico utilizzati per finanziare i figli di Umberto Bossi e il suo “cerchio magico”.
Pm: "San Raffaele giostra criminale cui partecipavano gli imprenditori"
MILANO
- Tra gli allora vertici del San
Raffaele e alcuni fornitori si era
creato "un sodalizio criminale". Questo uno dei passaggi
della requisitoria del pubblico ministero di Milano Luigi Orsi nel
processo
che si è chiusa con una
richiesta di condanna per i quattro imputati nel processo sul
dissesto finanziario dell'ospedale milanese. La procura ha chiesto
di condannare Pierino Zammarchi a 4 anni e 9 mesi, il figlio
Gianluca a 4 anni e 4 mesi, l'imprenditore vicentino Fernando
Lora a 4 anni e 7 mesi e il suo contabile Carlo Freschi a 4
anni e 3 mesi. I quattro sono indagati per concorso in bancarotta e
associazione a delinquere.
Pierangelo Daccò, l'uomo d'affari citato dal pm Orsi, è già stato condannato a 10 anni di reclusione (con rito abbreviato) per il suo concorso nel dissesto finanziario del gruppo ospedaliero ed è considerato dagli inquirenti il collegamento con Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia. I due Zammarchi e Fernando Lora sono imprenditori accusati di aver "dato un servizio particolare alla Fondazione" ovvero, ha spiegato il magistrato, "la retrodatazione delle fatture gonfiate". Secondo quanto ricostruito dalla Procura, e "confermato" da alcuni testimoni - come sottolineato da Orsi - la Diodoro e la Metodo (società della famiglia Zammarchi) e la Progetti (di Lora) gonfiavano le fatture per le prestazioni date al San Raffaele per poi restituire ai vertici una parte dell'incasso in contanti o attraverso operazioni societarie, anche estero su estero.
Pierangelo Daccò, l'uomo d'affari citato dal pm Orsi, è già stato condannato a 10 anni di reclusione (con rito abbreviato) per il suo concorso nel dissesto finanziario del gruppo ospedaliero ed è considerato dagli inquirenti il collegamento con Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia. I due Zammarchi e Fernando Lora sono imprenditori accusati di aver "dato un servizio particolare alla Fondazione" ovvero, ha spiegato il magistrato, "la retrodatazione delle fatture gonfiate". Secondo quanto ricostruito dalla Procura, e "confermato" da alcuni testimoni - come sottolineato da Orsi - la Diodoro e la Metodo (società della famiglia Zammarchi) e la Progetti (di Lora) gonfiavano le fatture per le prestazioni date al San Raffaele per poi restituire ai vertici una parte dell'incasso in contanti o attraverso operazioni societarie, anche estero su estero.
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